Canicattì (Agrigento) – La Polizia di Stato ha arrestato tre persone per estorsione aggravata dal metodo mafioso. Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile di Agrigento e dal Commissariato di Canicattì, hanno permesso di ricostruire un episodio avvenuto lo scorso anno, quando gli arrestati, al fine di favorire gli interessi economici di un titolare di un’autofficina già condannato per mafia, hanno costretto la vittima dell’estorsione a non affittare un magazzino di sua proprietà ad un concorrente.
I fatti
I tre, con fare minaccioso, si sono recati presso l’abitazione della vittima. Uno degli arrestati, già condannato per mafia, ha proferito frasi minatorie, rimarcando la sua appartenenza alla Stidda e ricordando alla vittima che “in quella zona comandava lui”. Un altro degli arrestati ha minacciato la donna con ulteriori intimidazioni.
Il contesto
L’uomo condannato per mafia è stato coinvolto nella guerra tra Stidda e Cosa Nostra tra la fine degli anni ’80 e i primi anni ’90. Era finito nel mirino della locale consorteria di Cosa Nostra che intendeva eliminarlo, sorte toccata proprio a suo figlio, ucciso dal clan rivale nel corso della guerra di mafia.
Le indagini
Le indagini si sono avvalse anche della testimonianza della vittima e dei suoi familiari, che hanno descritto la spedizione punitiva avvenuta poche settimane prima del danneggiamento del magazzino. L’operazione di Polizia dimostra l’impegno delle forze dell’ordine contro il pervasivo sistema di controllo del territorio da parte della mafia nella zona di Canicattì.
I nomi degli arrestati non sono stati resi noti.
L’operazione è un duro colpo alla mafia e un segnale di forte impegno da parte dello Stato nella lotta alla criminalità organizzata.