AGRIGENTO – Il cuore del centro storico torna a fare i conti con la fragilità del suo tessuto edilizio. Un crollo parziale, verificatosi nei giorni scorsi in un immobile di proprietà dell’Università degli Studi di Palermo, ha reso necessaria l’adozione di un’ordinanza urgente da parte dell’amministrazione comunale.
Il provvedimento, firmato nelle ultime ore, dispone lo sgombero precauzionale di quattro immobili – tre strutture ricettive e un’abitazione privata – situati tra il Vicolo Ospedale e il Vicolo Ospedale dei Cavalieri di Malta. L’accesso all’intera area interessata è stato interdetto, con l’apposizione di transenne e cartelli indicanti il sequestro giudiziario in corso.
L’ordinanza fa seguito agli accertamenti condotti sul posto ed è motivata dall’esigenza di garantire la sicurezza pubblica in attesa della completa messa in sicurezza dell’area, che si trova a pochi passi dalla centrale via Atenea. Oltre ai diretti interessati, il provvedimento è stato notificato a una lunga serie di enti e autorità: dalla Procura della Repubblica alla Prefettura, passando per Vigili del Fuoco, Carabinieri, Guardia di Finanza, Protezione Civile, Genio Civile e Soprintendenza. Informati ufficialmente anche l’ateneo palermitano, proprietario dell’immobile oggetto del crollo, e l’impresa ARES Srl, incaricata dei lavori di riqualificazione.
Sul fronte della viabilità, il Comando della Polizia Locale, di concerto con l’Assessorato competente, è stato incaricato di elaborare un piano temporaneo per ridurre i disagi alla circolazione e garantire l’accesso a residenti, commercianti e mezzi di soccorso.
L’ordinanza è stata pubblicata all’Albo Pretorio ed è da considerarsi immediatamente esecutiva. Ai cittadini coinvolti resta la possibilità di ricorrere entro 60 giorni al TAR o, in alternativa, entro 120 giorni al Presidente della Regione.
Intanto, nel quartiere si respira preoccupazione. Il centro storico agrigentino, ricco di storia ma spesso oggetto di abbandono e incuria, torna così al centro dell’attenzione. E la speranza è che non resti, ancora una volta, solo un’emergenza da tamponare.