VENEZIA (ITALPRESS) – In concorso alla Mostra del Cinema di Venezia, Duse di Pietro Marcello porta sullo schermo gli ultimi anni della vita della leggendaria attrice italiana. A interpretarla è Valeria Bruni Tedeschi, che in conferenza stampa ha raccontato un approccio personale e intenso al personaggio, al limite del mistico.
“Io avevo, quando ero giovane, una coach con cui ho lavorato il metodo di Strasberg, si chiamava Geraldine Baron, che è morta 15 anni fa e che ci parlava moltissimo della Duse. All’Actors Studio c’è un’enorme foto della Duse, Strasberg l’adorava perché aveva l’impressione che, senza saperlo, la Duse avesse capito qualcosa del metodo. Stanislavski e Cechov l’adoravano”, ha ricordato l’attrice.
Bruni Tedeschi ha spiegato di aver vissuto il lavoro sul film come un ritorno a quella formazione giovanile: “Quando Pietro mi ha proposto la Duse io mi sono riconnessa immediatamente con Geraldine e ho pensato di dedicare il mio lavoro a lei. Lavoro spesso con i morti ed è stato felice per me chiedere a Geraldine di venire e poi anche chiedere alla Duse di venire, come una persona che avrei incontrato un po’ in un treno e con cui sarei diventata amica”.
“Ho cercato di diventare amica con lei e spero che con questo film lei mi voglia un po’ bene”, ha aggiunto l’attrice.
Per prepararsi al ruolo, Bruni Tedeschi ha studiato la biografia scritta da William Weaver e soprattutto le lettere che la Duse indirizzava alla figlia Enrichetta: «Sono un tesoro anche di scrittura, era una grande scrittrice. Queste lettere mi hanno molto ispirata”.
xr7/mgg/mrv (video di Federica Polidoro)
“Io avevo, quando ero giovane, una coach con cui ho lavorato il metodo di Strasberg, si chiamava Geraldine Baron, che è morta 15 anni fa e che ci parlava moltissimo della Duse. All’Actors Studio c’è un’enorme foto della Duse, Strasberg l’adorava perché aveva l’impressione che, senza saperlo, la Duse avesse capito qualcosa del metodo. Stanislavski e Cechov l’adoravano”, ha ricordato l’attrice.
Bruni Tedeschi ha spiegato di aver vissuto il lavoro sul film come un ritorno a quella formazione giovanile: “Quando Pietro mi ha proposto la Duse io mi sono riconnessa immediatamente con Geraldine e ho pensato di dedicare il mio lavoro a lei. Lavoro spesso con i morti ed è stato felice per me chiedere a Geraldine di venire e poi anche chiedere alla Duse di venire, come una persona che avrei incontrato un po’ in un treno e con cui sarei diventata amica”.
“Ho cercato di diventare amica con lei e spero che con questo film lei mi voglia un po’ bene”, ha aggiunto l’attrice.
Per prepararsi al ruolo, Bruni Tedeschi ha studiato la biografia scritta da William Weaver e soprattutto le lettere che la Duse indirizzava alla figlia Enrichetta: «Sono un tesoro anche di scrittura, era una grande scrittrice. Queste lettere mi hanno molto ispirata”.
xr7/mgg/mrv (video di Federica Polidoro)