ROMA (ITALPRESS) – Alla fine, l’Unione europea ha scelto la calma. Bruxelles ha deciso di congelare per sei mesi le contromisure contro gli Stati Uniti. Una mossa che sa tanto di tregua, ma anche di fiducia. O meglio: un gesto distensivo, in attesa di capire se Donald Trump onorerà gli impegni presi a luglio in Scozia con Ursula von der Leyen.
Una decisione formalizzata con procedura d’urgenza. Al centro del compromesso, c’è un numero: 15%. Tanto sarà il nuovo dazio unico che Washington applicherà sui beni europei. Secondo Olof Gill, portavoce della Commissione europea per il Commercio, si tratta di “un passo in avanti per riequilibrare le tensioni commerciali”. Ma attenzione: Bruxelles non ha abbassato la guardia. Una tregua, più che un armistizio. I prossimi sei mesi serviranno a verificare se gli Stati Uniti onoreranno la parola data. Nell’accordo di luglio, infatti, Washington si è impegnata non solo a mantenere il dazio unico al 15%, ma anche a non superare questo tetto per i famigerati dazi sulle auto. Un punto delicatissimo, che tocca il cuore industriale del Vecchio Continente. Nel frattempo, in Europa si comincia a ragionare su come proteggere le filiere più esposte. Come quella del vino italiano, già nel mirino delle possibili tariffe americane.
L’Unione Europea, insomma, ha scelto di mostrarsi matura, paziente e strategica. Ha evitato di gettare benzina sul fuoco, ma resta ben consapevole che l’incendio potrebbe divampare da un momento all’altro.
abr/gtr
Una decisione formalizzata con procedura d’urgenza. Al centro del compromesso, c’è un numero: 15%. Tanto sarà il nuovo dazio unico che Washington applicherà sui beni europei. Secondo Olof Gill, portavoce della Commissione europea per il Commercio, si tratta di “un passo in avanti per riequilibrare le tensioni commerciali”. Ma attenzione: Bruxelles non ha abbassato la guardia. Una tregua, più che un armistizio. I prossimi sei mesi serviranno a verificare se gli Stati Uniti onoreranno la parola data. Nell’accordo di luglio, infatti, Washington si è impegnata non solo a mantenere il dazio unico al 15%, ma anche a non superare questo tetto per i famigerati dazi sulle auto. Un punto delicatissimo, che tocca il cuore industriale del Vecchio Continente. Nel frattempo, in Europa si comincia a ragionare su come proteggere le filiere più esposte. Come quella del vino italiano, già nel mirino delle possibili tariffe americane.
L’Unione Europea, insomma, ha scelto di mostrarsi matura, paziente e strategica. Ha evitato di gettare benzina sul fuoco, ma resta ben consapevole che l’incendio potrebbe divampare da un momento all’altro.
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