Questa mattina, all’interno della Casa Circondariale Pasquale Di Lorenzo di Agrigento, si è svolto un evento speciale dal titolo “Il valore della scrittura: strumento di emancipazione e di crescita”. Promosso dal dirigente scolastico del CPIA di Agrigento, prof.ssa Antonina Ausilia Uttilla, l’incontro è nato dalla collaborazione tra il carcere, l’area educativa dell’istituto, il CPIA di Agrigento e la casa editrice Medinova.
L’incontro ha offerto ai detenuti l’opportunità di conoscere da vicino le biografie e le opere di autori originari della provincia di Agrigento, come Liliana Arrigo, Gianfranco Iannuzzo, Salvatore Indelicato, Francesca Patti e Angelo Pitrone. Le opere, pubblicate dall’editore Antonio Liotta della casa editrice Medinova, spaziano tra diversi generi e approcci narrativi, dimostrando la potenza della scrittura e della fotografia come mezzi per comunicare e suscitare riflessioni profonde. In questa occasione, il Dott. Liotta ha donato circa 70 volumi alla biblioteca del carcere, contribuendo ad arricchire le risorse culturali a disposizione dei detenuti.
L’iniziativa ha messo in luce come la lettura e la scrittura possano fungere da strumenti di riscatto e benessere psicofisico, anche in un contesto come quello carcerario. “La lettura permette di spaziare col pensiero, aprire la mente a nuove prospettive e opportunità di crescita – ha dichiarato la prof.ssa Uttilla – La cultura e l’istruzione sono alla base della nostra libertà, e proprio la scrittura e la lettura possono migliorare il benessere psicofisico anche nei momenti più difficili”.
Durante l’incontro, i detenuti hanno espresso il loro interesse attraverso domande e riflessioni, sottolineando come la scrittura sia un mezzo per sentirsi vivi e per mantenere un legame con il mondo esterno. Le loro testimonianze hanno evidenziato il valore della lettura e della scrittura come canali per comunicare emozioni e costruire legami, anche in assenza di contatto fisico. La giornata è stata arricchita dalle letture e dalle storie condivise dagli autori, che hanno emozionato i presenti, e da una performance di una corsista di origine africana, che ha intonato un canto di ringraziamento a Dio per la forza che le dà in un momento difficile.
L’incontro è stato anche un’importante lezione di educazione civica: la presentazione di un libro in carcere può rappresentare una finestra aperta sul mondo, promuovendo il pensiero critico e favorendo empatia e comprensione. In un ambiente come il carcere, la lettura diventa un’opportunità di crescita personale e sociale, capace di stimolare il dialogo e il senso di comunità.
Oltre agli autori e all’editore, hanno partecipato il dirigente dell’area educativa, Ing. Giuseppe Di Miceli, il corpo docente del CPIA di Agrigento e dell’Istituto Alberghiero “Ambrosini” di Favara, e il personale della Polizia Penitenziaria, che ha garantito la sicurezza dell’evento. Grazie a questo incontro, la cultura ha varcato i confini del carcere, portando un messaggio di speranza e riscatto attraverso il potere delle parole.