San Leone, storica località balneare e polmone turistico di Agrigento, si trova oggi a fare i conti con uno stato di degrado che ferisce il cuore di residenti e visitatori. Nonostante il suo potenziale paesaggistico e il richiamo turistico che da sempre rappresenta, la zona mostra evidenti segni di abbandono che si accumulano da anni, lasciando una domanda sospesa: che ne sarà del nostro lungomare?
Le panchine del lungomare: testimoni di un’epoca lontana
Il primo elemento che salta agli occhi è lo stato delle panchine, molte delle quali risalgono a oltre trent’anni fa. Quelle che un tempo offrivano un momento di relax ai passanti, oggi si presentano rovinate, arrugginite e pericolanti, rendendole quasi inutilizzabili. Una situazione che non solo mina il decoro urbano, ma che priva i cittadini di uno spazio di socialità fondamentale, soprattutto per le famiglie e gli anziani.
Il verde pubblico: un tesoro dimenticato
Non meno grave è lo stato del verde pubblico. Le aiuole, un tempo curate, sono ora incolte, con erbacce che hanno preso il posto di piante e fiori. Alberi senza manutenzione rischiano di diventare un pericolo per i passanti, mentre aree verdi che potrebbero offrire ristoro durante le giornate più calde appaiono abbandonate a sé stesse. Il risultato? Uno scenario che allontana i turisti e delude profondamente i residenti.
Una richiesta di intervento urgente
San Leone ha tutte le carte in regola per essere un gioiello della costa siciliana, ma il degrado in cui versa richiede interventi urgenti. Si tratta di ripristinare l’essenziale: panchine nuove o restaurate, una manutenzione periodica degli spazi verdi e una visione che metta al centro il benessere della comunità e il rilancio turistico della zona.
I cittadini, con sempre maggiore insistenza, chiedono alle autorità locali di intervenire per restituire a San Leone la dignità che merita. Perché non basta avere il mare a due passi: è necessario valorizzarlo e creare un ambiente che inviti a viverlo pienamente.
San Leone non è solo un luogo, è un simbolo per Agrigento e per tutti coloro che l’hanno amata. È tempo di agire, prima che il degrado diventi irreversibile.