NAPOLI (ITALPRESS) – “Voglio che oggi le mie prime parole siano di ringraziamento e profonda gratitudine per l’immenso onore di questa distinzione che mi lega a una delle università più importanti d’Italia, d’Europa e del mondo, giusto nell’anno in cui festeggia il suo ottavo centenario e in occasione della nostra Visita di Stato nella Repubblica Italiana, su gentile invito del Presidente Sergio Mattarella”. A dirlo il Re di Spagna, Felipe VI, iniziando la sua Lectio magistralis al Teatro San Carlo di Napoli nel corso della cerimonia in cui gli è stato conferito, dall’Università Federico II di Napoli, il Dottorato di ricerca Honoris Causa in Scienze sociali e Statistiche. Il Re è stato accompagnato al Massimo Partenopeo dalla sua consorte, la regina Letizia, e proprio dal Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella. “La sua presenza in questo momento, signor Presidente, è per noi motivo di particolare emozione, in quanto gesto di sincera amicizia che resterà sempre nella nostra memoria” dice Felipe VI interrompendo per un attimo la parlata spagnola e rivolgendosi direttamente in italiano al capo di Stato. Poi, il Re torna sulla Federico II: “Ottocento anni al servizio della cultura e della scienza, della riflessione e della conoscenza: un traguardo per il quale mi congratulo di tutto cuore con quanti fanno parte di questa comunità accademica, guidata dal Rettore Lorito, alla quale mi unisco con orgoglio e umiltà, ben consapevole della sua importanza. Fin dal 5 giugno del 1224, quando venne fondata da Federico II, questa antichissima università ha saputo attrarre i migliori talenti da quella che Petrarca chiamava “Italia mia” e da tutta l’Europa, diventando un centro di studio insigne e un esempio di quell’equilibrio tra tradizione e innovazione, stabilità e flessibilità che deve contraddistinguere ogni istituzione universitaria. Ancora oggi stupisce pensare che nelle sue aule hanno studiato o insegnato altissimi personaggi della cultura italiana ed europea quali Boccaccio, lo stesso Petrarca, Giambattista Vico o San Tommaso d’Aquino, e in tempi più recenti eminenti personalità della vita politica, come i presidenti della Repubblica De Nicola, Leone o Napolitano”.
“Tra Napoli e la Spagna esiste uno stretto legame, straordinariamente fertile dal punto di vista storico, artistico e culturale”, aggiunge il Re di Spagna, Felipe VI, sottolineando: “Visitare Napoli, città tanto legata alla storia della Spagna, rappresenta sempre un’esperienza intensa e suggestiva, e lo è anche per la Regina e per me in questa occasione. Il passato comune dei napoletani e degli spagnoli è servito per unirci anche nel presente in quella ‘parentela di cuori e di caratterì di cui parlava lo spagnolo Baltasar Graciàn nel suo Oracolo manuale ovvero l’arte della prudenza, dedicato appunto a un napoletano, il Duca di Nocera. Senza la Spagna – sostiene Felipe VI – non si può comprendere Napoli, e senza l’Italia, e concretamente Napoli, non è possibile comprendere la Spagna”.
“E’ importante unire le forze dei paesi moderni, europeisti e saldi nei valori democratici, entro i quali la Spagna e l’Italia occupano un uno spazio molto significativo”, osserva poi il Re di Spagna.
E poi conclude dicendo che “la radice etimologica della parola ‘università’ reca in sè il significato di unione, comunità, progetto comune. Con questo dottorato mi assumo un impegno nei confronti dei valori che per otto secoli hanno permeato uno dei centri di pensiero e riflessione più prestigiosi del mondo, e mi sento fin d’ora orgoglioso di far parte della vostra istituzione, e di poter dire che appartengo, da oggi, alla comunità dei federiciani”.
– foto Agenzia Fotogramma –
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Re Felipe VI “Ricevere il Dottorato dalla Federico II è un immenso onore”
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