Sciacca celebra la “Festa di San Calogero”e ricorda il Santo che nel 1578 aiutò miracolosamente gli abitanti della cittadina, colpiti da devastanti terremoti.
San Calogero, taumaturgo ed eremita dalla Calcedonia, giunse in Sicilia per iniziare la sua opera di evangelizzazione fermandosi a Sciacca, dove visse gli ultimi anni della sua lunghissima vita, assistendo i sofferenti e gli ammalati.
Domani, 21 maggio, i fedeli rinnovano la propria devozione al Santo con il 446°
pellegrinaggio che si snoda per le vie della cittadina, fino al Santuario sul Monte di SanCalogero.
Un importante appuntamento che vedrà coinvolti anche “I tammura di Girgenti”.
Durante la solenne celebrazione eucaristica e, poi, durante la processione, saranno esposte le reliquie del Santo nero. Il presidente dell’associazione “I Tammura di Girgenti”,
Biagio Licata afferma: “Siamo estremamente onorati ed emozionati di poter andare a suonare sul monte Kronio, alla presenza delle reliquie di San Calogero. Con questa nostra partecipazione, grazie all’invito di fra Giuseppe Gentile della Basilica del santuario, si concretizza ufficialmente lo scopo principale per cui nascono i tammurinara. Ho raccontato più volte ciò che narra la storia, il legame tra i tamburi e la figura di San Calogero, che avviene appunto sul monte Kronio a Sciacca, dove il Santo nel 561 morì, dopo il decesso della sua cerva per mano del cacciatore Arcadio.”
All’interno della grotta, dopo un lungo peregrinare per la Sicilia, San Calò trascorse l’ultima parte della sua esistenza terrena dedicata alla sua missione religiosa, ai bisognosi, alla cura dei malati. Un luogo di raccoglimento, di fede, di mistero, di grande spiritualità, di arte. “Per noi, domani- conclude Biagio Licata-sarà una giornata molto importante che di certo porteremo sempre nei nostri cuori con estrema fede e devozione.”