Sulle colline sicane l’Erasmus profuma di terra, fatica e speranza Studenti belgi in Sicilia per imparare l’agricoltura, la cucina e l’edilizia.
A Casale Leto un’esperienza che dura da 15 anni.
A Casale Leto un’esperienza che dura da 15 anni.
Tra le colline della valle del fiume Patane, in un paesaggio che sembra sospeso nel tempo tra
Sant’Angelo Muxaro e San Biagio Platani, dodici studenti dell’EPSIS Roger Roch di La Louvière,
in Belgio, stanno vivendo un’esperienza che va oltre ogni aspettativa. Sono arrivati in Sicilia
nell’ambito di un progetto Erasmus dedicato all’istruzione speciale. Per tre settimane vivranno e lavoreranno in uno dei cuori rurali dell’isola, ospiti dell’Agriturismo Casale Leto, che da quindici anni accoglie giovani europei con un desiderio comune: imparare l’agricoltura.
A Casale Leto, ogni anno, l’Erasmus si trasforma in un viaggio reciproco. “È un’esperienza che
arricchisce anche noi,” racconta il signor Leto, che guida con la sua famiglia l’agriturismo e il
progetto. “Arrivano ragazzi pieni di entusiasmo e curiosità, pronti a imparare a potare, gestire una
vigna, lavorare la terra. Ma spesso siamo noi a ricevere di più: la loro energia, la loro voglia di fare, ci motivano ogni giorno.”
Ma non solo agricoltura. Il progetto coinvolge i ragazzi anche in attività di cucina, muratura e
artigianato locale, rendendo l’esperienza immersiva e multidisciplinare.
“È come fare uno stage all’estero,” spiegano i docenti accompagnatori. “Cambia tutto: la lingua, gli strumenti, il clima. E proprio per questo, li prepara davvero alla vita.”
Nel tempo libero, i ragazzi visitano i borghi vicini: Sant’Angelo Muxaro, con le sue grotte e i
percorsi escursionistici organizzati da realtà come Val di Kam, e San Biagio Platani, dove assistono
alla preparazione dei celebri Archi di Pasqua, monumentali opere effimere realizzate con pane,
legumi e fiori secchi.
“Per me è la prima volta fuori dal mio paese,” racconta uno degli studenti. “E davvero sento che sto crescendo, imparando cose nuove, non solo sul lavoro ma anche su me stesso.”
Un Erasmus rurale, profondo, che sa di autenticità. Una piccola grande rivoluzione silenziosa che parte dalla terra e arriva al cuore.