“Prima di entrare nel merito della questione” – dichiarano Pasquale Cucchiara e Daniela Campione – “va sottolineato un dato grave e indicativo: solo 14 comuni su 43 della provincia di Agrigento hanno finora versato il prestito regionale ad AICA. Fra i comuni inadempienti figurano anche Aragona e Palma di Montechiaro, i cui sindaci si sono recentemente contesi la presidenza della provincia.” Questo atteggiamento politico mina direttamente la stabilità economica della società consortile e alimenta il sospetto che una parte politica — in particolare il centrodestra — stia consapevolmente boicottando AICA, con l’obiettivo, implicito o esplicito, di farla fallire per riaffidare la gestione dell’acqua a soggetti privati.

Fatta questa doverosa premessa, riteniamo che il lieve aumento della tariffa sia stato approvato per evitare che i comuni sprofondino in ulteriori debiti, i quali potrebbero condurre, nella maggior parte dei casi, a situazioni di dissesto finanziario. “Ovviamente” – rimarcano Cucchiara e Campione – “l’aumento delle tariffe, seppur contenuto, rischia di minare la fiducia dei cittadini in questo modello, soprattutto se non accompagnato da un miglioramento tangibile del servizio.”
È altresì necessario che la consortile si attivi per migliorare la propria governance, anche attraverso l’azzeramento del consiglio di amministrazione e l’individuazione dei nuovi membri secondo criteri esclusivamente tecnici, non politici.
Inoltre, è fondamentale eliminare il sistema di tariffazione forfettaria, che penalizza i cittadini virtuosi e non incentiva il risparmio idrico. Occorre introdurre una tariffazione basata sul consumo effettivo, che premi i comportamenti sostenibili e garantisca maggiore equità. Purtroppo anche le scelte politiche della Regione Siciliana hanno aggravato la crisi idrica, privilegiando
soluzioni come i dissalatori — costosi in termini energetici e impattanti dal punto di vista ambientale — e trascurando la manutenzione delle dighe esistenti.
È urgente promuovere una governance trasparente, partecipata e orientata al bene comune, che metta al centro i diritti dei cittadini e la tutela dell’ambiente. In conclusione, l’aumento delle tariffe idriche non può rappresentare l’unica risposta alla crisi del settore. È necessario adottare un approccio integrato, fondato su investimenti strutturali, una gestione pubblica efficace e partecipata, e politiche orientate alla sostenibilità e all’equità sociale. Solo così sarà possibile garantire un servizio idrico pubblico, efficiente e rispettoso delle generazioni future.
Pasquale Cucchiara – segretario provinciale Sinistra Italiana – Daniela Campione consigliere comunale Sciacca – Europa Verde